di Roberto Fasciano

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lunedì 28 luglio 2025

Roberto Fasciano — Volo di Gabbiani: genesi, analisi e spartito per pianoforte

Introduzione

“Volo di Gabbiani” è un brano tratto dalla raccolta I racconti del mare, pubblicata nel 2007 per Edizioni Florestano e incisa presso lo studio Lab Sonic di Matera. Il gabbiano, simbolo di libertà e leggerezza, si libra nel cielo con grazia, evocando un senso di pace e infinito.

La partitura si apre con questa didascalia:

“I disegni di un volo libero, evoluzioni di un gabbiano, animano lo spazio incontrastato di un’aria tersa, nel cielo azzurro di primavera.”

La forma è ternaria (A B A), con la sezione A nel modo di Re Misolidio e la sezione B che modula nel modo di Mi Eolio.




Sezione A

La mano sinistra accompagna con accordi spezzati che includono anche le none, creando un tappeto armonico ricco e luminoso. La mano destra evoca il battito d’ali, muovendosi con leggerezza e fluidità, quasi sospesa nell’aria. L’uso del pedale è delicato, per mantenere trasparenza e luminosità.


Sezione B

Più intensa e pulsante, la sezione B cambia tonalità modulando nel modo di Mi Eolio. Qui la mano sinistra suona bicordi più marcati, simili al battito delle ali, mentre la mano destra accompagna con figure melodiche più agitate e vibranti, evocando i movimenti dell’aria e il battito più deciso delle ali.


Genesi e immagine sonora evocativa

Questo brano nasce dall’osservazione dei gabbiani in volo. È un’immagine semplice, ma potente: il gabbiano che disegna traiettorie libere, fluttuando tra le correnti d’aria, è diventato per me una figura sonora. Ogni gesto musicale corrisponde a un’evocazione visiva, un battito d’ali, una planata, una virata. “Volo di Gabbiani” nasce dal desiderio di catturare la leggerezza e la libertà del volo di questi uccelli marini, simbolo di agilità e spensieratezza. Il brano invita ad abbandonarsi alla fluidità del respiro e dei movimenti, come in un volo sospeso.


Analisi tecnica e struttura

La forma ternaria A B A’ si basa su un contrasto tra i due modi: Re Misolidio per la sezione A e Mi Eolio per la sezione B.

  • Sezione A: accordi spezzati con none alla mano sinistra; melodia leggera e fluida alla mano destra, evoca il volo planato, sereno. La scrittura usa gruppetti di terze (simula il battito d’ali) seguiti da melodie discendenti che rendono il movimento morbido e naturale.

  • Sezione B: è più viva e ritmica con bicordi marcati alla mano sinistra; figure più agitate alla mano destra che evocano il movimento dell’aria e il battito più rapido delle ali. Gli intervalli di quarta ripetuti costruiscono una figurazione che imita i gabbiani mentre accelerano il volo o cambiano direzione.La progressione armonica della sezione B termina su un La maggiore, dominante di Re, preparando il ritorno alla sezione A’ nel modo di Re Misolidio.

  • Sezione A' (ripresa variata): riprende i materiali iniziali in forma frammentata, più rarefatta, come se il volo si dissolvesse progressivamente nell’aria. Il finale sospeso su un accordo di SOL (IV grado di RE), senza terza e con seconda aggiunta, lascia l’ascoltatore in una dimensione aperta, sospesa.


Approfondimento tecnico-interpretativo

L’interpretazione richiede leggerezza del tocco e grande controllo del fraseggio, per rendere la sensazione di volo sospeso e armonioso. Il tempo è flessibile, il respiro musicale deve essere continuo, come il movimento delle ali nell’aria.

L’uso del pedale è delicato, per mantenere trasparenza e luminosità senza appesantire il suono.


Ascolta “Volo di Gabbiani”

Puoi ascoltare l’esecuzione su YouTube e su Spotify:

Questo brano è stato eseguito in numerosi festival e rassegne internazionali. Una delle esecuzioni più significative è avvenuta presso il Real e Ilustre Colegio Oficial de Médicos di Siviglia, in Spagna.

Partitura

La partitura completa di Volo di Gabbiani è disponibile esclusivamente nella raccolta:

👉 I Racconti del Mare – Album Spartiti per Pianoforte


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Dietro “Volo di Gabbiani” c’è l’immagine di un volo libero, sospeso tra aria e luce, raccontato attraverso il linguaggio del pianoforte. Ho condiviso la genesi di questo brano e un frammento della partitura, affinché ogni nota possa continuare a volare dentro chi ascolta.


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martedì 8 luglio 2025

Roberto Fasciano – Alba sul Mediterraneo: genesi, analisi e spartito per pianoforte.

 

🎼 Alba sul Mediterraneo

Genesi del brano

Alba sul Mediterraneo nasce dall’immagine di quel momento sospeso che precede lo spuntare del sole, quando l’aria è immobile e i colori sono appena accennati. L’inizio del brano si presenta quasi incolore, come un soffio leggero, una pagina bianca pronta a essere scritta dalla luce. Questa delicatezza esprime la quiete e l’attesa del primo chiarore che si diffonde sul mare, trasformando lentamente la notte in giorno.

Attraverso il pianoforte, ho voluto tradurre in musica la poesia di questo momento, catturando il gioco di riflessi e ombre sull’acqua del Mediterraneo, un mare che da sempre unisce culture, storie e speranze.

"Nella calma delle ore del mattino, si ritira l'oscurità silente, mentre i primi raggi di sole si riflettono su uno specchio d'acqua in un contrappunto di luci e ombre".



Analisi musicale e riferimenti tecnici

Alba sul Mediterraneo si sviluppa attraverso un linguaggio moderno e personale, che intreccia soluzioni armoniche inusuali a un fluire melodico che risulta denso di significati musicali e piacevole da eseguire, capace di restituire a chi suona tutta la varietà di sfumature e atmosfere che lo ispirano.

Il contrappunto, dichiarato già nella didascalia iniziale, è il principio generativo dell’intero brano: linee che si rincorrono, si rispondono, si specchiano l’una nell’altra come luci sull’acqua. Tra queste, la sequenza B–A–C–H non è solo una citazione simbolica, ma anche una vera cellula tematica da cui si irradiano dialoghi interni di voci e contrasti dinamici.

Dal punto di vista delle dinamiche, il brano oscilla in un continuo gioco di trasparenze: l’inizio è volutamente incerto nel colore, come l’orizzonte appena rischiarato, mentre i momenti di maggiore intensità emergono gradualmente, fino a culminare nei forti più significativi, come quello che sottolinea la citazione di Bach.

L’armonia si distende tra passaggi tonali e aperture inattese. Ne è esempio la chiusa finale: pur radicata in Fa maggiore, essa si realizza attraverso una progressione plagale cromatica — Reb maggiore (bVI), Mib maggiore (bVII) e Fa maggiore (I) — sostenuta dall’arpeggio quartale Do–Fa–Sol–Do alla mano destra. Questo movimento, tipico di molta scrittura contemporanea, crea una tensione dolce e vellutata che avvolge la risoluzione, come un bagliore di luce che emerge gradualmente dal buio.





Contesto e significato

Questa composizione è un omaggio non solo al Mediterraneo come luogo geografico, ma anche come simbolo di incontro, scambio e speranza. In un’epoca spesso segnata da divisioni, il mare rappresenta un ponte di dialogo culturale e di pace.

Allo stesso tempo, Alba sul Mediterraneo è una metafora di rinascita: così come la notte si ritira davanti ai primi raggi di sole, così ogni oscurità interiore può lasciare spazio a una nuova luce. L’alba, con il suo contrappunto di riflessi e ombre, diventa quindi un simbolo di rinnovamento, di una pagina bianca che si apre ogni giorno davanti a ciascuno di noi, invitandoci a ricominciare, a rigenerarci e a riflettere sul nostro legame profondo con la natura e con gli altri.

Condividere Alba sul Mediterraneo in questa giornata speciale è un invito a lasciarsi ispirare da questo messaggio di rinascita, speranza e dialogo universale che solo la musica sa esprimere senza confini.


martedì 1 luglio 2025

Roberto Fasciano — "Orme": genesi, analisi, partitura e spartito per pianoforte.

🎼 Orme

Introduzione

Come impronte lasciate sulla sabbia, Orme è un brano per pianoforte nato dal desiderio di raccontare ciò che resta e ciò che scompare.
Fa parte della raccolta I racconti del mare ed è una riflessione musicale sul tempo che cancella ogni traccia, proprio come le onde dissolvono i segni sulla battigia.

All’inizio della partitura ho scritto:

«Orme delebili, lasciate come calchi al nostro passaggio, si inseguono alla ricerca del tempo.»
Un pensiero che richiama, tra le righe, il tema proustiano della memoria e del tempo perduto.



La raccolta: I racconti del mare

Orme è uno dei brani per pianoforte inclusi nella raccolta I racconti del mare, una serie di spartiti ispirati al mare, ai suoi paesaggi e alle sue storie.
Ogni pagina di questa raccolta è un paesaggio sonoro e una metafora: qui le orme rappresentano una vita che scorre, lasciando segni destinati a svanire.


Struttura e linguaggio pianistico

Dal punto di vista strutturale, Orme si articola come un motto perpetuo lirico che evolve in forma libera, senza costrizioni metriche rigide ma con un tema ricorrente che ritorna a frammenti, come un’orma che riemerge sulla sabbia bagnata.

La scrittura pianistica si basa su un ostinato ritmico sincopato alla mano sinistra, come un moto ondoso regolare, su cui si adagiano gli accordi e la melodia della mano destra.
L’armonia oscilla tra pandiatonica e modale, mantenendo un centro tonale aperto — in Re minore — ma con deviazioni che ampliano il linguaggio.

Dopo l’esposizione ritornellata, due modulazioni dirette per semitono su un frammento tematico portano a un climax improvviso.
Il finale si spegne in diminuendo, con una cadenza V minore – I minore e un accordo di Re per quarte, lasciato sospeso come un segno sulla sabbia che si dissolve tra le onde.


Approfondimento tecnico e interpretativo

Dal punto di vista tecnico, Orme si articola come un motto perpetuo lirico che evolve in forma libera, senza costrizioni metriche rigide.
Il tema principale ritorna come una traccia che riaffiora, sempre leggermente trasformata, sostenuta da un tessuto armonico trasparente.

La linea melodica, spesso costruita su intervalli di seconda e terza, va resa cantabile, quasi sussurrata.
La mano sinistra — con il suo ostinato — agisce come un respiro costante, una marea che accoglie e trasporta la voce principale.

Il pedale di risonanza è fondamentale: va dosato con cura per legare le frasi, ma evitando di confondere le armonie.
La dinamica resta prevalentemente pp – p, con lievi aperture mf - f nei passaggi di tensione.

L’esecuzione richiede un uso delicato del rubato: piccole flessioni di tempo, rallentandi e sospensioni sulle note lunghe rendono il passo più umano, come un’orma che si imprime e si dissolve.

Suggerisco di:

  • Iniziare in pianissimo, lasciando che il suono emerga dal silenzio.

  • Respirare tra le frasi, valorizzando i vuoti come parte integrante del discorso.

  • Far risuonare le modulazioni in modo naturale, senza forzare.

  • Concludere come un’eco: diminuendo progressivamente fino a lasciare solo un soffio di suono.


Incisione e versioni orchestrali

Orme è stato inciso come brano per pianoforte nella sala di registrazione di Matera, all’ingresso dei Sassi, insieme all’intera raccolta.
Ho scritto anche una versione per orchestra d’archi, oboe, pianoforte e percussioni, eseguita nella Cattedrale di Trani.

Scarica un estratto gratuito

Ho preparato per te un estratto gratuito di Orme per pianoforte: una pagina di diario musicale da leggere e suonare.

La partitura completa di Orme è inclusa esclusivamente nella raccolta I racconti del mare, disponibile qui 👉 "I Racconti del Mare" – Album Spartiti per Pianoforte

Puoi ascoltare l’incisione anche su Spotify: 🎧 "I Racconti del Mare" su Spotify


La partitura completa di Orme è inclusa esclusivamente nella raccolta I racconti del mare, disponibile qui 👉 "I Racconti del Mare" - Album Spartiti per Pianoforte Puoi ascoltare l’incisione anche su Spotify: 🎧 "I Racconti del Mare" su Spotify 

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Dietro Orme c’è un ricordo che cammina tra le note di un pianoforte. Ho raccontato la genesi di questo brano e condiviso un frammento della partitura, perché ogni nota possa continuare a camminare dentro chi ascolta.

ROBERTO FASCIANO: "Orme" – Musica Originale per Pianoforte | Performance Live

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