di Roberto Fasciano

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venerdì 31 ottobre 2025

Roberto Fasciano – The Angel of Darkness: un racconto in musica tra luce e ombra

 

Un nuovo brano per pianoforte di Roberto Fasciano


The Angel of Darkness è una composizione originale per pianoforte di Roberto Fasciano, scritta in tempo ternario (Andante, 3/4), dal carattere dolce e malinconico. Il brano nasce dal desiderio di tradurre in suono la sottile linea che separa la luce dall’oscurità, la pace dal silenzio, la notte dal primo chiarore dell’alba.

L’opera si sviluppa attraverso un linguaggio melodico limpido e intimamente cantabile, sostenuto da un’armonia trasparente e riflessiva. Le sonorità sono morbide, la pulsazione regolare e quasi ipnotica, come se ogni battito racchiudesse un respiro, una preghiera, un gesto sospeso nel tempo.

Un’ispirazione notturna

La scena immaginata è quella di un angelo della notte che, seduto su una mezzaluna argentata, ascolta la musica del mondo e la trasforma in luce. La notte diventa così il luogo dell’ascolto, della memoria e della rinascita. L’oscurità non è più assenza, ma un silenzio che prepara la rivelazione.

In questo senso, The Angel of Darkness rappresenta una delle pagine più poetiche del repertorio pianistico di Roberto Fasciano: una musica capace di evocare immagini e sentimenti, di unire contemplazione e speranza, malinconia e dolcezza.

Struttura e linguaggio musicale

Il brano è costruito su una forma libera, in cui episodi contrastanti emergono e si dissolvono con naturalezza. Il tema principale ritorna più volte, come un ricordo che non vuole svanire. La scrittura armonica, pur restando tonale, si apre a sfumature modali e cromatiche che ampliano la percezione dello spazio sonoro.

L’uso del registro medio-grave del pianoforte crea profondità, mentre la linea melodica, spesso affidata alla mano destra, disegna archi espressivi che si distendono in un clima di sospensione e quiete.

Musica per un momento di silenzio

Come molte delle opere di Roberto Fasciano, anche The Angel of Darkness è pensato per chi desidera ritrovare nel suono un luogo di intimità. È una musica che parla piano, che invita all’ascolto profondo, che accompagna la meditazione, la lettura o la semplice contemplazione di una sera d’autunno.

Guarda e ascolta il video ufficiale

Il video ufficiale di The Angel of Darkness è pubblicato sul canale YouTube di Roberto Fasciano e offre un racconto visivo parallelo: un viaggio poetico tra immagini, luce e suono, in cui la figura dell’angelo si intreccia con quella del pianista, fino a dissolversi nella stessa musica.

🎧 Guarda il video su YouTube → The Angel of Darkness


lunedì 27 ottobre 2025

Danza delle foglie d’autunno – un racconto musicale per pianoforte (uscita 29 ottobre 2025)

 La musica ha la capacità di raccogliere il tempo che scorre: un attimo di vento, una foglia che cade, un eco che vibra. È da questa intuizione che nasce Danza delle foglie d’autunno, il mio nuovo brano per pianoforte solo tratto dalla raccolta Storie al pianoforte.

In questo lavoro ho immaginato una passeggiata in un bosco autunnale: i tasti del pianoforte diventano rami, le pause fra i suoni lasciano spazio al respiro dell’aria, la melodia si fa fruscio. Non è una descrizione narrativa precisa, ma una cornice aperta: un invito a riconoscere, ciascuno, la propria foglia, il proprio tempo che scivola.

Dal punto di vista compositivo, ho privilegiato una scrittura sobria e trasparente. Le figurazioni non puntano alla virtuosità: preferiscono invece un’attenzione timbrica, un uso del silenzio, un equilibrio fra densità e leggerezza. L’armonia resta essenziale, la melodia sussurra. Anche la risonanza della tastiera diventa parte del racconto: lasciare che il suono si depositi, che lo spazio fra le note conti quanto le note stesse.

Quando ascoltarlo? Questo brano è pensato per i momenti di riflessione, per la concentrazione lieve, per un cambio di prospettiva: magari dopo una passeggiata, con cuffie o in un ambiente tranquillo, lasciando che il tempo rallenti. Non serve una conoscenza tecnica approfondita: è un invito semplice e diretto all’ascolto consapevole.

📅 Danza delle foglie d’autunno sarà disponibile da mercoledì 29 ottobre 2025 su tutte le principali piattaforme digitali (Spotify, Apple Music, Amazon Music e via dicendo). Appena i link saranno attivi, aggiornerò questo articolo con il collegamento diretto all’ascolto e una breve nota di ascolto.

Grazie per l’attenzione e per il tempo che dedicherete all’ascolto: la musica è davvero il tempo condiviso.

domenica 26 ottobre 2025

Roberto Fasciano — I racconti del mare: genesi e viaggio nella musica per pianoforte

 

Presentazione dell’opera “I racconti del mare”

  • I racconti del mare – Roberto Fasciano, raccolta di composizioni per pianoforte ispirate al mare


I racconti del mare
è una raccolta di brani per pianoforte che nasce dal desiderio di tradurre in musica il linguaggio del mare, i suoi respiri, i suoi silenzi, le sue metamorfosi.

Non è solo un ciclo pianistico, ma un percorso poetico e interiore: ogni brano è una visione, un’emozione, un frammento di tempo che il mare custodisce e restituisce a chi sa ascoltare.

Composta nel 2007 e pubblicata da Florestano Edizioni, la raccolta è stata incisa nello stesso anno presso il Lab Sonic Studio di Matera, e rappresenta una delle tappe più significative della mia ricerca compositiva.
In questi brani convivono elementi della tradizione classica e della modernità: linguaggi tonali e modali, armonie aperte, accordi estesi, ritmi che richiamano le maree.
Il pianoforte diventa paesaggio, voce e respiro: a volte moto ondoso, a volte luce, a volte silenzio.

Ogni titolo rimanda a una suggestione — Orme, Alba sul Mediterraneo, Volo di Gabbiani, Il canto del mare, Il respiro… — e ognuno di questi racconti nasce da un’immagine, da una memoria, da un suono interiore.
Attraverso il mare si parla della vita: di ciò che resta e di ciò che scompare, del tempo, della memoria, dei sentimenti profondi che abitano l’animo umano.

Ascoltare I racconti del mare significa lasciarsi attraversare da questo movimento continuo: come onde, i suoni si rincorrono e si dissolvono, cercando — in ogni nota — un punto d’incontro tra la natura e l’anima, tra la musica e il silenzio.


Alba sul Mediterraneo

“Alba sul Mediterraneo” nasce da un momento sospeso, quando la notte si ritira e la luce del giorno comincia a respirare.
Il mare diventa specchio del cielo, e in quel riflesso si accende la speranza del nuovo giorno.

Didascalia:
«Nella calma delle ore del mattino, si ritira l’oscurità silente, mentre i primi raggi di sole si riflettono su uno specchio d’acqua in un contrappunto di luci e ombre.»

La musica si apre lentamente, come un orizzonte che si schiarisce: un canto di luce e di rinascita, dove le voci del contrappunto si intrecciano come raggi che attraversano l’acqua.


Il Canto del Mare

“Il canto del mare” è una pagina poetica e luminosa: il pianoforte disegna un’onda quieta, fatta di linee cantabili e legature morbide che si aprono e si richiudono come un respiro lento. Le armonie, lievemente cangianti, sostengono una melodia essenziale, lasciando spazio a silenzi trasparenti e a un tempo interiore che scorre senza fretta. Non c’è descrizione letterale: c’è l’immagine del mare calmo, l’orizzonte che si schiarisce, la luce che si posa sull’acqua

Didascalia: «Suoni d'acqua, suoni di vento e di terra si fondono nel magico canto del mare.»

Un brano di misura e chiarezza, dove l’emozione nasce dalla semplicità del gesto e dalla sospensione dell’ultimo accordo — come uno sguardo che resta sulla linea del mare.

Il Respiro

“Il Respiro” evoca il ritmo invisibile dell’oceano, il suo eterno alternarsi di moto e quiete.
È un canto vitale e fluido, che parla di movimento, di energia e di ritorno.

Didascalia:
«Il respiro del mare si perpetua suadente nelle maree, nelle onde e nella risacca.»

Il pianoforte diventa il traduttore di questa forza naturale: le note si muovono come onde, respirano, si espandono e si ritirano, in un equilibrio continuo tra sospensione e rilascio.

Orme

Come impronte lasciate sulla sabbia, “Orme” è un brano che racconta ciò che resta e ciò che svanisce.
Le onde cancellano i segni del nostro passaggio, ma ne conservano la memoria, come un’eco lontana.

Didascalia:
«Orme delebili, lasciate come calchi al nostro passaggio, si inseguono alla ricerca del tempo.»

La musica si muove in un ritmo continuo, come il respiro del mare, alternando sospensioni e ritorni, mentre il suono del pianoforte diventa il passo del tempo che scorre e si dissolve.

Il Castello di Sabbia

“Il Castello di Sabbia” è un ricordo che riaffiora, una pagina di memoria che si dissolve come sabbia bagnata.
È la nostalgia dell’infanzia, della bellezza fragile e del tempo che scorre in silenzio.

Didascalia:
«L’incanto di un castello; il nostro passato riemerge alla memoria e svanisce come sabbia bagnata.»

Il brano si muove con dolcezza e malinconia: la melodia, ampia e cantabile, si intreccia con arpeggi delicati in 6/8, come onde leggere che accarezzano la riva.
Nella coda finale, la musica si spegne lentamente su un pedale di Fa, come un carillon che smette di suonare, lasciando un’eco di sogno e serenità.

Orizzonti

“Orizzonti” è un invito a guardare lontano, a superare i confini visibili per scoprire ciò che attende oltre.
È una musica che respira libertà, speranza e movimento interiore.

Didascalia:
«Gli orizzonti sono negli occhi di chi vede lontano, nel cuore di chi spera, nell’anima di chi ha pace.»

Il brano alterna slancio e quiete: la sezione A, animata da ritmi sincopati e accordi ampi, suggerisce energia e desiderio di scoperta; la sezione B, più pacata, è un momento di riflessione, come una pausa contemplativa tra due viaggi.
La ripresa finale unisce questi due mondi in un’unica visione serena e luminosa.

Grecale

“Grecale” è il vento che soffia forte sul mare e ne modella la superficie, le vele, le rocce.
È energia pura, luce, moto, libertà.
Un brano che unisce virtuosismo e poesia, evocando la forza dinamica degli elementi naturali.

Didascalia:
«Il soffio del vento sfiora la superficie del mare e prende forma nei mille spruzzi d’acqua, nelle bianche e gonfie vele, nelle rocce scolpite.»

La musica procede con slancio e impeto: le raffiche di vento diventano rapide volatine e accordi incisi, le onde si infrangono in un ritmo irregolare e potente, fino a dissolversi in un respiro di luce.

Volo di Gabbiani

“Volo di Gabbiani” racconta la libertà, la leggerezza e la grazia di un volo che attraversa il cielo.
È il mare visto dall’alto, sospeso tra vento e silenzio, tra la terra e l’infinito.

Didascalia:
«I disegni di un volo libero, evoluzioni di un gabbiano, animano lo spazio incontrastato di un’aria tersa, nel cielo azzurro di primavera.»

Il pianoforte diventa respiro e movimento: la musica si libra nell’aria, si alza e si distende come ali che si aprono alla luce, evocando la purezza e la bellezza del volo.

Al Crepuscolo

“Al Crepuscolo” nasce dal dialogo silenzioso tra luce e ombra, tra ciò che finisce e ciò che inizia.
È un momento sospeso, dove il tempo rallenta e lascia spazio al pensiero.

Didascalia:
«Uno sguardo al passato e uno al futuro. Con questi pensieri mi perdo nella luce soffusa e misteriosa del crepuscolo.»

Il brano, in Mi bemolle maggiore, si muove con passo lento e meditativo: la melodia cantabile si intreccia con armonie arricchite da none e tredicesime, che creano un colore moderno e raffinato.
La sezione centrale, più mossa, si apre come un raggio di luce prima del tramonto, per poi tornare a un’atmosfera intima e raccolta, fino a dissolversi nella calma della sera.

Riflessi di Luna

“Riflessi di Luna” è una visione poetica: la luce lunare che danza sull’acqua, trasformando il silenzio notturno in musica.
È il momento in cui il mare diventa specchio del cielo, e il suono si fa riflesso.

Didascalia:
«C'era una luna tutta sola, in un cielo stellato, quasi viola. Col suo volto luminoso, sul mare si specchiò. E il mare, generoso, abbracciò quello spicchio di luna non più sola.»

La scrittura alterna dolcezza e trasparenza: gli arpeggi della mano sinistra terminano spesso su una nona sospesa, mentre la melodia scorre serena e sognante.
Nella sezione B, il ritmo puntato e il gioco tra figura e sfondo evocano il tremolio della luce che si rifrange sulle onde.
La coda, intima e contemplativa, chiude il brano come un respiro sotto la luna, tra sogno e realtà.

Pensieri sommersi

“Pensieri sommersi” è un viaggio interiore, un’immersione nella profondità dell’anima, dove le emozioni si muovono lente come correnti sottomarine.
È la parte più intima e riflessiva de I racconti del mare, dove il tempo sembra sospeso e ogni nota diventa pensiero.

Didascalia:
«Scorrono i pensieri, corre la mia penna su un foglio, come trascorre il tempo. Tutto fugge via senza orma, né traccia, tra la nebbia d’inverno, il silenzio sotto le stelle, la pioggia che scende, il moto delle onde; ma qualcosa resta. L’amore è immortale.»

Il brano, in Re bemolle maggiore, unisce una melodia cantabile a un linguaggio armonico ricco e dilatato.
Le terzine regolari e gli accordi ampi creano una sensazione di respiro e continuità.
È una pagina di grande intensità lirica e spirituale: un pensiero che affiora, un ricordo che non si dissolve, un’emozione che rimane — come un’eco nel profondo del mare.

Ascolta i Racconti del Mare:

Spotify: I racconti del mare

YouTube: I racconti del Mare

SoundCloud: I racconti del Mare


Acquista la raccolta di spartiti su Ebay: I racconti del mare




mercoledì 15 ottobre 2025

Scrivere il suono: dietro le quinte di “Pagine da un diario” (uscita 18 ottobre 2025)

 Pagine da un diario nasce come riflessione sul tempo interiore: piccole pagine non scritte con l’inchiostro, ma con il suono. Ogni sezione è un appunto dell’ascolto, un frammento che prova a trattenere la memoria mentre scorre. Il pianoforte diventa voce narrativa, con dinamiche sobrie e un’attenzione particolare alla risonanza: l’armonia è essenziale, la melodia affiora come un ricordo.


Nella scrittura pianistica ho cercato trasparenza e respiro. Le figurazioni non sono virtuosistiche: preferiscono il dettaglio timbrico, la cura delle pause, l’equilibrio fra densità e silenzio. L’obiettivo non è descrivere una storia univoca, ma aprire uno spazio in cui ciascuno possa riconoscere la propria pagina interiore.

Quando ascoltarlo (e perché): è un brano adatto ai momenti in cui serve concentrazione lieve o un cambio di prospettiva. Funziona bene in cuffia, a volume moderato, lasciando che il suono si depositi. Non richiede conoscenze teoriche: è un invito semplice all’ascolto consapevole.

Data di uscita e dove trovarlo: Pagine da un diario sarà disponibile sabato 18 ottobre 2025 su tutte le principali piattaforme digitali. Appena i link saranno attivi, aggiornerò questo articolo con i collegamenti diretti all’ascolto e una breve nota di ascolto.

Se seguite questo blog, sapete che qui trovate il contesto delle nuove pubblicazioni: idee compositive, scelte timbriche e curiosità dal mio laboratorio. Nei prossimi giorni condividerò anche un breve teaser video orizzontale e una guida all’ascolto.

Grazie per l’attenzione e per il tempo dedicato all’ascolto.

Roberto Fasciano — Pensieri sommersi: genesi, analisi e riflessioni musicali

 

Introduzione

Appartiene alla raccolta I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), opera pianistica che esplora le sfumature del paesaggio marino come specchio dell’animo umano.
In Pensieri sommersi la superficie dell’acqua si fa metafora della mente: ciò che appare e ciò che resta nascosto convivono in un equilibrio fragile e profondo.

“Scorrono i pensieri, corre la mia penna su un foglio, come trascorre il tempo.
Tutto fugge via senza orma, né traccia, tra la nebbia d’inverno,
il silenzio sotto le stelle, la pioggia che scende, il moto delle onde;
ma qualcosa resta. L’amore è immortale.”

Una pagina che unisce contemplazione e introspezione, dove la musica si fa tempo interiore, respiro e memoria. 







Analisi musicale

  • Tonalità: Re♭ maggiore

  • Andamento: Lento – Un po’ più mosso – Lento (ripresa con varianti)

  • Forma: ABA

  • Scrittura pianistica: melodia cantabile su armonie dense e cangianti, con accordi sia a parti strette che a parti late, in un linguaggio che intreccia suggestioni tardo-romantiche e sonorità jazzistiche moderne.

  • Figure ritmiche ricorrenti: terzine fluide, che conferiscono al brano una scorrevolezza naturale, come un flusso di pensieri che emergono e si dissolvono.


Linguaggio e significato

La tonalità allargata e la libertà armonica rendono Pensieri sommersi un luogo di sospensione: un pensiero sonoro che vive tra sogno e realtà.
La sezione centrale (“Un po’ più mosso”) introduce un respiro più inquieto e narrativo, come se la superficie del mare fosse attraversata da correnti sotterranee.
La ripresa, invece, trasfigura il materiale iniziale in una luce nuova, più chiara, come dopo una lunga meditazione.


Interpretazione

Brano contemplativo e onirico, chiede all’interprete un suono morbido, introverso, ma pieno di vita interiore.
Le terzine devono fluire come un pensiero ininterrotto, mentre la melodia emerge dal tessuto armonico con naturalezza, quasi “respirando” con il mare.
Il pedale va dosato con attenzione per ottenere trasparenza e profondità, come se il suono provenisse da lontano.


Significato e poetica

Pensieri sommersi è una metafora dell’invisibile: ciò che vive dentro di noi — ricordi, desideri, speranze — come il mondo sommerso sotto la superficie del mare.
È forse il brano più trascendentale della raccolta: non descrive, ma evoca; non racconta il mare, ma lo fa coincidere con la nostra interiorità.
Qui la musica non rappresenta più la natura: è la natura stessa del pensiero.


Ascolta il brano

👉 Spotify: Pensieri sommersi
👉 SoundCloud: Pensieri sommersi
👉 YouTube: Pensieri sommersi


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martedì 14 ottobre 2025

Roberto Fasciano — Riflessi di Luna: genesi, analisi e spartito per pianoforte

Dalla raccolta I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), Riflessi di Luna è una delle pagine più liriche e visionarie della serie.
Un notturno moderno, dove il mare e la luce dialogano in un gioco di riflessi sonori che unisce calma, sogno e poesia.



Introduzione

Il brano si apre con la didascalia:

“Il riflesso della luna sull’acqua.”

Un’immagine semplice ma profondamente evocativa: la superficie del mare si fa specchio di luce, e la musica ne diventa il riflesso sonoro.
Come accade nei momenti più sospesi del silenzio, Riflessi di Luna nasce da una contemplazione interiore, da un ascolto lento e profondo del paesaggio notturno.


Analisi musicale

  • Tonalità: Sol maggiore

  • Andamento: Adagio

  • Struttura: Introduzione – A – B – A – B – Coda finale

  • Linguaggio armonico: Modale (colori misolidii e lidii, con uso poetico della nona come tensione risolta)

  • Carattere generale: Sognante, contemplativo, poetico

Introduzione
Apre con un arpeggio disteso, quasi come un respiro. Il suono si dilata nello spazio, creando un senso di sospensione.
La luce lunare viene evocata da accordi chiari e risonanti, lasciati vibrare in un’atmosfera di sospensione.

Sezione A
Accompagnamento regolare con arpeggi che si concludono spesso su una nona appoggiata — segno distintivo del linguaggio del brano.
La mano destra canta una melodia dolce e trasparente, come un riflesso che si muove sull’acqua.

Sezione B
Il disegno ritmico si anima: la melodia, pur mantenendo il tono intimo, utilizza figure puntate e un gioco di figura-sfondo che imita il rifrangersi della luce lunare sul mare.
L’armonia si arricchisce di sfumature e modulazioni leggere, con un crescendo espressivo che culmina in una breve sospensione, come una nube che passa davanti alla luna.

Coda finale
Ritorna il materiale della sezione A, ma filtrato da una luce diversa: la musica si dissolve lentamente, fino a spegnersi in un accordo sospeso.
Un ultimo riflesso di luce, che svanisce dolcemente come un ricordo.


Linguaggio e poetica

Riflessi di Luna rappresenta uno dei vertici poetici della raccolta I racconti del mare.
È un brano che parla di silenzio, di luce, di tempo interiore.
L’uso modale e la presenza costante della nona creano una dimensione sospesa, in cui l’armonia si espande come un’onda luminosa.

Il pianista è chiamato a diventare pittore del suono: le sfumature dinamiche, i pedali leggeri, i tempi respirati sono essenziali per restituire la vibrazione del paesaggio lunare.


Per interpreti e ascoltatori

Interpretare Riflessi di Luna significa coltivare l’arte della delicatezza.
Ogni nota ha bisogno di tempo per risuonare, come ogni riflesso necessita di quiete per apparire.

👉 Indicazioni interpretative:

  • Pedale sempre dosato, con risonanze trasparenti.

  • Rubato discreto, seguendo la fluidità dell’immagine.

  • Attenzione ai silenzi: sono parte integrante della struttura poetica.


Ascolta “Riflessi di Luna”

👉 Spotify: Riflessi di Luna

👉 SoundCloud: Riflessi di Luna

👉 YouTube: Riflessi di Luna 





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Roberto Fasciano — Al crepuscolo: genesi, analisi e spartito per pianoforte

 Dalla raccolta I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), Al crepuscolo è una pagina dedicata al momento sospeso tra luce e ombra, tra giorno e notte.

Un brano contemplativo, dove il suono diventa colore e la musica si fa paesaggio interiore.



Introduzione

Il brano si apre con la didascalia:

“Uno sguardo al passato e uno al futuro. Con questi pensieri mi perdo nella luce soffusa e misteriosa del crepuscolo.”

È un pensiero che racchiude il senso del brano: il crepuscolo come soglia, come spazio intermedio in cui la memoria e l’attesa si incontrano.
Al crepuscolo non descrive un tramonto reale, ma un momento interiore: quello in cui il tempo sembra fermarsi, e il pianoforte diventa voce del silenzio.


Analisi musicale

  • Tonalità: Mi♭ maggiore

  • Andamento: Adagio

  • Struttura: ABA (la sezione B leggermente più mossa; la ripresa A variata, con progressioni e cambi di tonalità)

  • Linguaggio armonico: Tonale con estensioni moderne (none, undicesime e tredicesime)

  • Carattere generale: Contemplativo, luminoso, sospeso

Sezione A
Melodia cantabile alla mano destra, accompagnata da arpeggi ampi alla sinistra. Gli accordi si estendono fino alle undicesime e tredicesime, creando un sound moderno e vellutato, dal respiro quasi jazzistico.
La scrittura tende a dissolversi in ampie risonanze: ogni accordo si apre come una finestra di luce che sfuma lentamente.

Sezione B
Un po’ più mossa, con quartine di crome alla mano destra che danno un carattere improvvisativo e fluido. La sinistra accompagna con arpeggi leggeri che sostengono il fraseggio.
Qui il ritmo si anima, ma senza perdere l’intimità: è un dialogo tra movimento e quiete.

Ripresa A (variata)
Il tema ritorna in forma più rarefatta, impreziosito da piccole modulazioni e progressioni che portano verso un finale sospeso, dolce, sereno.
La musica si chiude come un respiro che si dissolve nella luce del tramonto.


Il significato evocativo

Il crepuscolo è il momento in cui la luce si fa pensiero. In questo brano, la musica non descrive ma suggerisce: la malinconia di ciò che finisce e la speranza di ciò che inizia.
È un viaggio tra silenzio e memoria, dove il pianoforte si fa voce dell’anima.

Come in altri brani della raccolta I racconti del mare, anche qui il mare è presente, ma in modo simbolico: è il mare interiore, quello che riflette la luce di chi lo guarda.


Per interpreti e ascoltatori

Al crepuscolo richiede controllo del suono e sensibilità nel fraseggio.
Ogni nota va lasciata respirare, evitando eccessi dinamici.
Il pedale di risonanza è fondamentale: deve unire senza confondere, per ottenere quella trasparenza che fa del brano una meditazione sonora.

👉 Suggerimento interpretativo: eseguire in tempo libero, con piccoli rubati e sospensioni nei punti di tensione armonica, come a seguire il respiro della luce che cambia.


Ascolta “Al crepuscolo”

👉 Spotify: Al crepuscolo

👉 SoundCloud: Al crepuscolo

👉 YouTube: Al crepuscolo




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domenica 12 ottobre 2025

Roberto Fasciano — Orizzonti: genesi, analisi e spartito per pianoforte

 Dalla raccolta pianistica I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), Orizzonti è un brano che si apre al respiro del mare e al desiderio di un oltre che chiama e ispira. In questa pagina racconto come nasce, come si struttura e quali suggestioni racchiude questo orizzonte musicale.


Introduzione

Composto nel 2007 per la raccolta I racconti del mare, Orizzonti si presenta come una pagina meditativa, fatta di spazi e attese.
La didascalia iniziale recita:

“Gli orizzonti sono negli occhi di chi vede lontano, nel cuore di chi spera, nell’anima di chi ha pace.”

Queste parole insegnano l’anima del brano: non un’idea di orizzonte fisico, ma un invito all’ascolto interiore, alla speranza che si distende oltre il visibile.


Analisi musicale

  • Tonalità: Do maggiore

  • Andamento: Andante moderato

  • Struttura: ABA (la sezione B è più lenta, Adagio; la ripresa A riporta il tema con qualche variante)

  • Linguaggio armonico: tonale

  • Carattere: contemplativo, sereno, pieno di respiro

Sezione A
L’accompagnamento della mano sinistra è sincopato, mentre il tema si sviluppa su accordi ricchi di estensioni (note che spaziano dalle none alle tredicesime). Spesso emergono scale misolidie e locrie eseguite rapidamente, un richiamo a un gusto jazzato che aggiunge colore e movimento alla texture.

Sezione B
Qui l’atmosfera si fa più pacata: la sinistra adotta arpeggi e il tema si muove con calma, come un respiro rallentato. È il cuore emozionale del brano.

Ripresa A (variante)
Il tema ritorna con leggere varianti: piccole inflessioni melodiche o armoniche, un accento spostato, un passaggio arpeggiato differente. La memoria del tema resta forte ma viva.


Linguaggio e scrittura pianistica

Orizzonti si ispira a un dialogo tra stabilità e movimento. L’uso di estensioni armoniche, modulazioni leggere e scale modali (misolidia / locria) conferisce al brano un colore moderno pur restando radicato nella tradizione tonale.
Il tocco del pianista deve essere fluido e partecipe: attenzione al fraseggio, equilibrio tra le due mani e sensibilità dinamica per far emergere i respiri interni del brano.


Significato evocativo

L’orizzonte non è solo una linea visibile, ma un simbolo di speranza, di possibile, di oltre. Orizzonti è un invito ad aprirsi all’infinito interiore, a contemplare ciò che non distrugge il visibile ma illumina l’anima.
In questo brano, il silenzio è parte dell’orizzonte, la pausa è musica che spalanca lo spazio.


Per interpreti e ascoltatori

Eseguire Orizzonti significa lasciare che il respiro e il suono dialoghino.
Le dinamiche devono restare controllate — soprattutto nella sezione B — e il fraseggio deve essere naturale, senza rigidità.
Nel riprendere A con varianti, il pianista ha spazio per esprimere scelte personali, senza tradire l’equilibrio della costruzione.


Ascolta “Orizzonti”

👉 Spotify: Orizzonti
👉 SoundCloud: Orizzonti
👉 YouTube: Orizzonti


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sabato 11 ottobre 2025

Roberto Fasciano — Il castello di sabbia: genesi, analisi e spartito per pianoforte

 Dalla raccolta pianistica I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), Il castello di sabbia è un brano che parla del tempo e della memoria: ciò che costruiamo, amiamo e ricordiamo, destinato a dissolversi come sabbia bagnata.

È una musica che si affida alla nostalgia, al ricordo di qualcosa che svanisce dolcemente, ma lascia un segno nella memoria sonora.


Introduzione

Composto nel 2007 e inciso presso lo studio Lab Sonic di Matera, Il castello di sabbia è una delle pagine più intime della raccolta I racconti del mare.
La didascalia all’inizio della partitura recita:

“L’incanto di un castello; il nostro passato riemerge alla memoria e svanisce come sabbia bagnata.”

Queste parole racchiudono il senso dell’intero brano: la fugacità delle cose amate, la delicatezza dell’infanzia e il tempo che scorre.
La musica non descrive, ma ricorda, come un frammento di memoria che riaffiora tra le onde.


Analisi musicale

  • Tonalità: Fa maggiore

  • Andamento: Andante con moto

  • Metro: 6/8

  • Struttura: ABABC (con una coda finale dolce e contemplativa)

  • Linguaggio armonico: tonale

  • Carattere generale: intimo, malinconico, sereno

La scrittura pianistica, in stile romantico moderno, si fonda su un accompagnamento arpeggiato continuo, con una melodia semplice ma profondamente cantabile.
La sezione A introduce il tema principale, che si muove come un ricordo lieve, mentre la B offre un contrasto più narrativo, con modulazioni che ampliano la percezione del tempo.

Nella coda finale (C), il tempo rallenta e la musica si posa su un pedale di Fa, su cui si formano diverse armonie sospese: come il suono di un carillon che, lentamente, si spegne lasciando nell’aria il suo ultimo bagliore.


Linguaggio e scrittura pianistica

L’accompagnamento in arpeggi regolari evoca il moto lento e cullante del mare, mentre la melodia, spesso costruita per gradi congiunti, trasmette dolcezza e malinconia.
L’uso del registro medio-alto del pianoforte conferisce trasparenza e leggerezza al suono, mentre le armonie in dissolvenza finale amplificano l’effetto di sospensione.

Dal punto di vista tecnico, il brano richiede controllo del suono e sensibilità nel fraseggio: il pianista deve dosare il pedale con precisione per mantenere chiarezza e colore, senza perdere la naturalezza del respiro melodico.


Significato evocativo

Il titolo Il castello di sabbia suggerisce la metafora del tempo e della memoria.
Come le strutture effimere costruite sulla riva, anche i ricordi e le emozioni dell’infanzia si formano e si dissolvono con la stessa dolcezza del mare che li cancella.

In questo brano, la malinconia non è tristezza, ma contemplazione: è l’atto di osservare ciò che svanisce con gratitudine, come un’eco del passato che si riflette nella musica.


Per interpreti e ascoltatori

Chi suona Il castello di sabbia deve affrontarlo come un racconto: ogni frase è un’immagine, ogni pausa un ricordo.
Il tocco deve essere sempre leggero, con dinamiche prevalentemente p e pp, e un uso del rubato che segua la respirazione naturale della melodia.

Il brano invita alla meditazione e al raccoglimento: è una pagina da ascoltare come si osserva un’onda che arriva e si ritira, lasciando soltanto un segno, una traccia, un pensiero.


Ascolta “Il castello di sabbia”


👉 Spotify: Il castello di sabbia

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giovedì 9 ottobre 2025

Roberto Fasciano — Grecale: genesi, analisi e spartito per pianoforte

 Dalla raccolta pianistica I racconti del mare (Florestano Edizioni, 2007), Grecale è un brano che traduce in suono la forza e l’energia del vento, trasformando il moto impetuoso dell’aria in linguaggio musicale. Come il vento che modella le rocce e gonfia le vele, anche la musica di Grecale scolpisce lo spazio sonoro con ritmo, luce e tensione.


Introduzione

Composto nel 2007 e incluso nella raccolta I racconti del mare, Grecale rappresenta uno dei momenti più energici e visionari della serie.
La didascalia in partitura recita:

“Il soffio del vento sfiora la superficie del mare e prende forma nei mille spruzzi d'acqua, nelle bianche e gonfie vele, nelle rocce scolpite.”

Il brano è stato eseguito in numerose occasioni concertistiche, tra cui il recital I racconti del mare (Palazzo delle Arti Beltrani, Trani, 12 giugno 2022, sold out), durante il quale l’autore ha introdotto una sezione di improvvisazione, ampliando l’espressività e la libertà interpretativa del pezzo.


Analisi musicale

  • Tonalità: Mi♭ minore

  • Andamento: Animato

  • Struttura: ABAB

  • Linguaggio armonico: modale, con uso di frammenti di scala ottotonica

  • Carattere generale: dinamico, drammatico, di grande tensione espressiva

La sezione A si apre con una scrittura virtuosistica: la mano sinistra intesse una trama serrata di sestine di semicrome, evocando il moto incessante del vento che increspa la superficie del mare.
Nella sezione B, l’accompagnamento diventa tematico, spezzato tra le due mani; il tema principale si sposta al registro grave, eseguito marcato, con grande forza e intensità.

Ricorrenti frammenti di scala ottotonica e rapide volatine di biscrome alla destra evocano le raffiche improvvise del vento, creando un contrasto continuo tra stabilità e slancio. L’uso del registro acuto e dei passaggi arpeggiati amplifica la sensazione di aria, movimento e spazio aperto.


Linguaggio e scrittura pianistica

In Grecale il pianoforte diventa uno strumento di pura energia cinetica.
Il fraseggio è costruito su un equilibrio tra tensione e rilascio, con ampi crescendo e diminuendo che imitano il respiro irregolare del vento. L’articolazione deve essere controllata ma libera, per restituire la sensazione di forza naturale che attraversa il brano.

Il dinamismo armonico e l’uso della modalità conferiscono un colore tipicamente mediterraneo: un suono lucente ma teso, in cui la materia musicale si muove come un flusso d’aria che vibra tra la terra e il mare.


Significato evocativo

Grecale non è soltanto la rappresentazione del vento, ma anche una metafora del movimento vitale che attraversa ogni elemento della natura.
Nella sua alternanza di impeto e quiete, la musica diventa un racconto sullo scontro e sull’armonia degli opposti: la forza che genera la forma, il caos che trova ordine nel suono.

Come accade in tutta la raccolta I racconti del mare, anche qui la scrittura si fa racconto del tempo e dello spazio, traducendo in musica una sensazione universale — la potenza invisibile che muove il mondo.


Per interpreti e ascoltatori

L’esecuzione di Grecale richiede padronanza tecnica e grande controllo timbrico.
Il tocco deve alternare momenti di piena proiezione sonora a passaggi quasi sussurrati, in un gioco dinamico che restituisca la percezione del vento che passa e si trasforma.

Il brano offre all’interprete la possibilità di esplorare la materia sonora come energia pura, in un dialogo costante tra virtuosismo e introspezione.



Ascolta “Grecale”

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